GENERAZIONE ERASMUS

di Calò Francesco e Radeglia Claudio

La generazione Erasmus è più europea, più consapevole e più occupata.

L’Erasmus è senza dubbio uno dei programmi di maggiore successo del progetto europeo. Dall’anno della sua nascita (1987), più di tre milioni di persone hanno scelto di partire per studiare o insegnare all’estero, tornando in patria con un bagaglio di conoscenze e abilità che difficilmente avrebbero potuto acquisire in altro modo.

Gli studenti Erasmus hanno la metà delle possibilità di rimanere senza lavoro rispetto a chi non parte. L'indagine su cinque anni dal conseguimento della laurea è anche più significativa, mostrando una differenza di circa il 23% a favore degli studenti Erasmus sui loro ex compagni di università che hanno scelto di rimanere in patria.

Chi parte in Erasmus, quindi, non solo ha più possibilità di trovare lavoro (e più facilmente), ma anche di operare in un ambiente internazionale. Il 69% dei laureati che hanno trascorso almeno un semestre all’estero è impiegato in un contesto lavorativo internazionale, superando di 5 punti percentuali chi ha deciso di restare a casa.

Ciò è dovuto, come conferma il rapporto della Commissione europea, anche agli effetti che l’Erasmus genera sulla crescita personale dell’individuo. Stabilendo come voci dell’analisi la capacità di prendere decisioni, la conoscenza di/fiducia in se stessi, la curiosità, l’apertura mentale e l’abilità nel risolvere problemi, in una scala da 1 a 10 si registrano aumenti in ognuno degli indicatori presi in esame.