Vaccini obbligatori si o no? Decreto legge n.73: sono 10 i vaccini obbligatori per entrare a scuola.

di Angelo Carriere e Nicola Cavallo.

La questione vaccini è ultimamente sempre più al centro di polemiche e accesi dibattiti.
Soprattutto con il recente convegno internazionale, organizzato dall’Ordine dei Biologi per il cinquantenario della sua fondazione, intitolato “Le nuove frontiere della biologia”, del 2 marzo scorso, che ha sollevato un vero e proprio polverone. Già prima del convegno la comunità medico-scientifica italiana non si trovava d’accordo con questa discutibile scelta dell’Ordine, sottoscrivendo sulla piattaforma change.org un appello all’ordine dei biologi per assicurarsi che ci fosse una corretta informazione scientifica.

I firmatari, in prevalenza biologi e medici di tutta Italia, avevano manifestato il loro disaccordo nell’ospitare, in un’occasione istituzionale così rappresentativa, relatori con un dichiarato e “pericoloso” orientamento “No Vax”.

Credevano che in questo modo si sarebbe dato credito a opinioni e teorie prive di qualsiasi fondamento scientifico. Il decreto che impone le vaccinazioni obbligatorie a scuola è legittimo. Lo ha stabilito il 22 novembre 2017 la Corte Costituzionale, che ha respinto i ricorsi presentati dalla Regione Veneto. Il decreto prevede 10 vaccini obbligatori per l'iscrizione a scuola da 0 a 16 anni, pena la non iscrizione fino ai 6 anni e il pagamento di multe da 100 a 500 euro per i genitori dei bambini dai 6 anni in poi. Il decreto, inoltre, prevede la nascita dell'Anagrafe nazionale vaccini.

La Corte costituzionale ha respinto i ricorsi presentati dalla Regione Veneto, poiché la scelta dell'obbligo "spetta al legislatore nazionale" ed è una "scelta ragionevole per difendere la salute collettiva, prevenendo la diffusione delle malattie”. Su 31 Paesi europei solo 11 hanno scelto la via italiana dell’obbligo e sono soprattutto quelli del blocco ex sovietico.

Gli altri 20, come Germania e Regno Unito, ottengono alte coperture con la sola informazione e i colloqui con i genitori dei bambini. Interrogando esperti, dalle autorità sanitarie agli scienziati di livello internazionale, le persone possono essere informate a 360°. La polemica è stata poi successivamente alimentata dalle affermazioni al Convegno del premio Nobel Luc Montagnier, da tempo fermo su ideologie “non allineate” con il resto della comunità scientifica internazionale; in particolare, sul tema vaccini.

Ha dichiarato che è un errore medico e politico raccomandare diversi vaccini, come viene fatto oggi in alcuni Paesi come la Francia, rendendoli obbligatori entro i due anni di età.

Insomma, per quanto ci riguarda, se anche un Premio Nobel confonde le idee su temi delicati che riguardano la salute dei cittadini c’è veramente da preoccuparsi.

Il suo è sicuramente un atteggiamento estremamente pericoloso, perché un Nobel dovrebbe farsi sostenitore del metodo che lo ha portato a vincere il premio e non sostenere teorie anti-scientifiche e ipotesi non supportate sperimentalmente.

Qualora si fosse ancora in dubbio o nell’incertezza di ricorrere o meno al vaccino, bisogna, meglio fidandosi del parere dei medici, fare un bilancio tra il rischio associato a una mancata vaccinazione e quello della comparsa di eventuali effetti collaterali. Tra di essi, alla luce dei dati raccolti finora, non figura l’autismo.

La morale? Forse è quella tratta dal fisico Carlo Rovelli, che in una recente intervista ha dichiarato: “La scienza non ha la risposta giusta a tutte le domande. Non è oracolare. Talvolta è discutibile. Però è uno strumento e non usare uno strumento è una sciocchezza. Va bene dubitare e suscitare problemi ma non è vero che si può capire da sé dove stanno le scelte migliori”. .