Unioni civili: tutta la verità

di CARLO MEO, COSIMA DI COSTE

Cosa prevede realmente il così tanto discusso disegno di legge Cirinnà di cui noi tutti sentiamo da un po' di tempo a questa parte, parlare quotidianamente ? Tra falsi miti e leggende, ancora molti tabù sono da sfatare.

Il tema delle unioni civili (di cui si discute nel ddl Cirinnà) è entrato in questi giorni nella sua fase più accesa, un tema così caldo da spaccare in due la politica italiana e l'opinione pubblica.

Mentre in altri Paesi d'Europa (si veda ad esempio Spagna, Gran Bretagna, Francia e Germania) le unioni civili e i diritti delle coppie omosessuali sono ormai da anni assicurati e riconosciuti, in Italia, nonostante i ripetuti e insistenti richiami dall'UE, tali diritti non sono ancora assicurati. Qualcosa però da alcuni mesi si muove, il disegno di legge "Cirinnà" infatti propone, per la prima volta in Italia, di riconoscere le unioni civili, sia quelle che garantiscono pari diritti e doveri alle coppie omosessuali che a quelle eterosessuali.

Quando si parla di pari diritti e doveri del matrimonio si fa riferimento a normali consuetudini che sono oggi negate in Italia, ad esempio, avere diritto di accedere alle strutture ospedaliere in caso di malattia del compagno o della compagna o rappresentare il convivente in caso di malattia o morte così come avere diritto alla pensione di reversibilità o l'assegno di mantenimento in caso di scioglimento della coppia e altri fondamentali diritti e doveri riconosciuti a coppie eterosessuali che hanno contratto matrimonio.

Il punto più caldo di tale disegno di legge è rappresentato da la "Stepchild Adoption" che prevede la possibilità da parte della coppia omosessuale, di adottare un bambino minorenne che è già riconosciuto come figlio di uno solo dei due. La confusione però riguarda il fatto che la legge, già prevista per le coppie eterosessuali, non fa assolutamente riferimento all'utero in affitto (che resta illegale in Italia).

Per essere considerati una coppia di fatto, sia omosessuale che eterosessuale, il procedimento da seguire sarebbe indicato e regolamentato dall'articolo 21 del disegno di legge, secondo il quale si deve stipulare un contratto di convivenza davanti a un notaio, in cui si stabiliscono i rapporti patrimoniali, di comunione o separazione dei beni (modificabili in qualsiasi momento, come nel matrimonio) e la residenza della famiglia. Il notaio deve trasmettere poi entro dieci giorni il certificato al comune di residenza per l'iscrizione all'anagrafe.

Questo sinteticamente e in maniera molto elementare ciò che il ddl Cirinnà propone e regola

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Accanto alle rivendicazioni per le "nuove famiglie" abbiamo assistito anche alle manifestazioni denominate"Family Day", per la difesa della famiglia di tipo tradizionale. Ciò che deve essere realmente compreso è il fatto che tale disegno di legge non nega diritti a coloro che già ne hanno, anzi, li rinfornza però li estende anche a tutti coloro che, pur essendo cittadini italiani, di tali diritti non possono avvalersi. L'Italia dovrebbe, a livello legislativo, intraprendere un percorso di cambiamento che la nostra società sembra avere, già da tempo, incominciato.