RAPITO, TORTURATO E UCCISO

di Marco Balestra Alex Martina Jonathan Epifani

A città del Cairo, in Egitto, mercoledì 3 febbraio, viene ritrovato il corpo di Giulio Regeni al lato di un'autostrada nella periferia occidentale, a circa 20 chilometri dalla città. L'ultimo segnale del suo cellulare viene localizzato mentre si trovava ancora nel suo quartiere, probabilmente sotto casa. Sono ancora poche le informazioni che ci possano chiarire le circostanze della sua morte. E' molto probabile che il ricercatore friuliano sia stato rapito da qualcuno che lo attendeva sotto casa.

Le condizioni del corpo di Giulio Regeni al momento del ritrovamento erano "indicibili". Evidenti i segni di tortura sul corpo: ustioni di sigaretta, la mutilazione di un orecchio, incisioni da taglio.

Alcune fonti dicono che la morte del giovane ragazzo risalga a prima del 3 febbraio. Chi ha ucciso Giulio ha avuto fretta di liberarsi del cadavere, abbandonandolo nudo dalla cintola in giù, per indurre a credere ad un delitto a sfondo sessuale.

Regeni aveva 28 anni ed era di Fiumicello, un paese vicino a Udine. Era al Cairo dallo scorso settembre per lavorare alla sua tesi sulle prospettive dell'economia egiziana dopo le rivolte che cinque anni fa portarono alla deposizione del dittatore Hosni Mubarak. Era dottorando in Commercio e sviluppo internazionale presso il dipartimento di Politica e studi internazionali dell'Università di Cambridge, nel Regno Unito.

Molti dettagli sulla scomparsa di Giulio Regeni stanno venendo alla luce, giorno dopo giorno, grazie alle testimonianze degli investigatori italiani che stanno conducendo le indagini, affiancati dalle autorità di polizia locali.E' stato possibile ricostruire almeno parte dei suoi ultimi spostamenti. Il 25 gennaio intorno alle ore 20 Regeni è uscito dalla casa che aveva preso in affitto e ha raggiunto la fermata Bohooth della metropolitana.

Secondo le ricostruzioni, Regeni è sceso alla fermata Mohamed Naguib ma non ha incontrato mai un amico che lo stava aspettando poco distante da piazza Tahrir.

Nei giorni seguenti alla scomparsa, i genitori di Regeni hanno raggiunto il Cairo e l'ambasciata italiana si è attivata per avere notizie dalle autorità egiziane. Inizialmente, scrivono diversi giornali, il governo dell'Egitto non ha fornito molta assistenza, limitandosi a dire che non risultava fosse stato arrestato o trasportato in qualche ospedale. Ed è continuata questa reticenza e vaghezza sulle informazioni circa le indagini, tanto da far pensare che Giulio possa aver scoperto delle notizie scomode e che si possa essere trattato di un omicidio politico.

Questa vicenda ha scosso tutta l'opinione pubblica , nazionale ed internazionale. Sembra assurdo che esistano paesi così vicino a noi dove, ancora oggi, i normali ed essenzali diritti civili, come quelli di espressione libera del pensiero, non siano ancora salvaguardati.