FUOCOAMMARE

di VINCENZO RODIA

Due temi che si intrecciano e trascinano lo spettatore da una parte all’altra della stessa isola, a volte bruscamente a volte con delicatezza, ma sempre con pudore e rispetto. Il film è ambientato a Lampedusa, dove il regista ha soggiornato per più di un anno, seguendo da vicino i tristi eventi dei disperati. Da un parte la storia dei migranti, e di tutti gli operatori che ogni giorno li seguono, li assistono, li guardano sopravvivere, li vedono morire. Dall’altra quella dei lampedusani nelle loro case o sulle loro barche che nulla sembrano aver a che fare con il dramma di chi sbarca.

Il film parla in particolare di Samuele, un ragazzino a cui piace andare a caccia con la fionda, soffre di mal di mare, ma sa che sull’isola si è tutti un po’ marinai. I profughi, vittime non semplicemente di guerra, ma soprattutto di sogni e desideri e che scappano di paese in paese e accolti solo da quel Dio che tutti i giorni implorano. In Fuocoammare, Rosi unisce le due parti della Lampedusa in particolare con la figura di un medico, il dottor Pietro Bartolo, che da trent’anni assiste ogni singolo sbarco e si occupa di curare i migranti. Il medico racconta cosa significa assistere, curare i migranti, o per la maggior parte delle volte assistere alla morte. Fuocoammare è un grande film documentario, perché tutto quello che vediamo nel film è nato dalla realtà.

La presidente della giuria Meryl Streep, al fianco del direttore Dieter Kosslick, legge il verdetto: "Film eccitante e originale, la giuria è stata travolta dalla compassione. Un film che mette insieme arte e politica e tante sfumature. È esattamente quel che significa arte nel modo in cui lo intende la Berlinale. Un libero racconto e immagini di verità che ci racconta quello che succede oggi. Un film urgente, visionario, necessario". Rosi si commuove e chiama sul palco il dottore Pietro Bartolo e l'aiuto regista del film premiato alla 66esima edizione, quest'anno dominata dal tema dell'immigrazione, dell'integrazione e con uno sguardo forte al Medio Oriente, all'Africa. Dice che "questo è un premio anche per i produttori".