Differenza salariale tra donne e uomini

LA REDAZIONE

L'acronimo STEM deriva dall'inglese Science, Technology, Engineering and Mathematics viene usato per affrontare una tematica importante: i temi legati alla parità di genere e alla lotta alle discriminazioni contro le donne, affrontati da due anni a questa parte nelle scuole di tutta Italia.

Un’occasione per ricordare le conquiste sociali, politiche ed economiche del genere femminile, ma anche le discriminazioni di cui sono state e sono tuttora oggetto le donne.

In Italia la percentuale di donne che occupano posizioni tecnico-scientifiche è tra le più basse dei Paesi Ocse (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico): il 31,71% contro il 68,9% di uomini e solo il 5% delle quindicenni italiane aspira a intraprendere professioni tecniche o scientifiche. Uno degli stereotipi esistenti è quello di una presunta scarsa attitudine delle studentesse verso le discipline STEM, che conduce a un divario di genere in questi ambiti sia interno al percorso di studi che nelle scelte di orientamento prima e professionali poi.

Recenti dati mostrano, ad esempio, che sul totale degli iscritti al 1° anno delle scuole secondarie di secondo grado negli istituti tecnici – settore tecnologico, la percentuale femminile è pari solo al 16,3%. Se prendiamo come riferimento i corsi di laurea, nell’anno accademico 2014/2015 emergono rilevanti differenze di genere tra i vari settori di studio; infatti si registra una presenza massiccia delle donne nell’area Umanistica (75%), mentre tale presenza diminuisce man mano che si passa ad ambiti di carattere più scientifico o tecnico raggiungendo il minimo nell’area di “Ingegneria e Tecnologia” (31%).In particolare potremmo notare un divario retributivo cioè quando un lavoratore guadagna più di un altro. Le differenze salariali esistono, non sono vietate né fra donne e uomini, né fra persone di credo o colore diverso. Quando due lavoratori della stessa azienda svolgono un lavoro simile con le stesse qualifiche, ma ricevono stipendi diversi, si può parlare di disparità di stipendio. Queste situazioni sono illegali e considerate discriminatorie, e purtroppo, in molti Paesi le donne hanno in media uno stipendio parecchio inferiore a quello dei loro colleghi maschi. Di norma, si tratta di lavoratrici con un livello di istruzione simile o più alto, che lavorano a tempo pieno e che hanno dovuto negoziare il proprio stipendio.

L’input per riflettere su questo tema, parte dal mondo scientifico e viene rilanciato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione con un progetto ad hoc sperando che tra dieci anni possiamo ritrovarci con delle brillanti menti matematiche, rigorosamente femminili. L’intento è dunque quello di contrastare fin dai primi anni di scuola gli stereotipi che vedono le ragazze scarsamente predisposte verso lo studio delle materie STEM.