Alda Merini: “Testarda, Impavida, Geniale”
di Laura Leuzzi
La figlia di Alda Merini omaggia la madre dedicandole un intero libro: la presentazione presso Castello Imperiali di Francavilla Fontana.
Presso la Sala Belvedere del Palazzo Imperiali, è stato presentato il libro di Emanuela Carniti: “Alda Merini, mia madre”. Durante l’incontro, gli alunni del Liceo Scientifico “Ribezzo” e dell’ITST “E.FERMI” hanno letto alcune delle più importanti poesie della Merini.
In questo libro l’autrice, figlia maggiore di Alda Merini, ha voluto raccontare la storia della madre nella quotidianità, nella dimensione domestica, negli anni di silenzi e in quelli del successo, facendo emergere il ritratto di una donna, una mamma e un’artista, che, nonostante i mille momenti bui della sua vita, non si è mai data per vinta.
Hanno coordinato e dialogato con l’autrice il Prof. Gerardo Trisolino (saggista e pubblicista) e il dott. Silvano Trevisani (giornalista e scrittore).
Alda Merini è stata una poetessae scrittrice italiana. Nasce a Milano in una famiglia modesta. È la seconda di tre figli, ma della sua infanzia si conosce solo quello che lei scrisse in alcune brevi note autobiografiche. Vive con un padre colto e affettuoso che la spinge verso la cultura e con una madre severa e distante che tenta di proibirle i libi. Durante le scuole elementari attraversa una crisi mistica. Vuole diventare monaca e la madre scambia questa sua vocazione per un malessere interiore.
Dopo aver finito il ciclo elementare, frequenta tre anni di avviamento al lavoro e in seguito tenta di essere ammessa al liceo, senza riuscirci. Esordisce come autrice giovanissima a soli 15 anni, però,un anno dopo, incontra le “prime ombre della sua mente” e viene internata per un mese in una clinica, dove le viene diagnosticato un disturbo bipolare. Frequenta per lavoro e per amicizia il poeta Salvatore Quasimodo.
La sua vita privata subisce una trasformazione al termine della sua relazione con il famoso scrittore Giorgio Manganelli: sposa Ettore Carniti con il quale avrà quattro figli (Emanuela, Barbara, Flavia e Simona).
Dopo molti anni inizia un periodo di isolamento e silenzio, dovuto al suo internamento in una clinica. Ritorna a scrivere, dando il via ai suoi testi più intensi sulla sua sconvolgente esperienza in manicomio, ma continuerà ad avere periodi di salute e di malattia.
Per Alda Merini la scrittura era tutto, ma, secondo la figlia, era tormentata perché non riusciva a comunicare.