LA DIDATTICA AI TEMPI DEL COVID-19

di Angelo Carriere ed Erika Leuzzi

Come tutti ormai sappiamo, l'Italia è in lockdown dal 9 marzo, causa COVID-19.

Ciò ha cambiato senz'altro le abitudini di tutti gli italiani, costretti in quarantena per un periodo di tempo significativo; il ritorno alla normalità ancora non è affatto vicino.

Da un giorno all’altro, lavoratori e studenti hanno smesso di frequentare le strutture che hanno sempre rappresentato la quotidianità; chi ne ha risentito di più potrebbero essere proprio i ragazzi, catapultati in una vita completamente diversa, contatti limitatissimi, niente più scuola, niente uscite pomeridiane o sabati sera nei bar.

Ma come hanno reagito e che cosa pensano di questa situazione gli studenti dell’ITST “Enrico Fermi”?

Un avvenimento del genere è sicuramente nuovo per tutti noi in quanto effettivamente, nonostante le pandemie non siano nuove al nostro Pianeta, questa è la prima volta in cui la nostra “società evoluta” reagisce in una maniera così drastica ovvero bloccando la gran parte della popolazione mondiale nelle proprie case.

Insomma questo virus ha cambiato davvero tanto e, se per alcuni ragazzi questo non significa niente, la realtà per molti è che tutto questo fa molto effetto sotto l’aspetto psicologico.

Quello della scuola è stato il primo grande cambiamento nel corso di questa pandemia, la prima grande decisione presa dal Governo per tutelare i cittadini; successivamente, sono subentrate altre misure di restrizione.

Il nostro Istituto scolastico, tuttavia, è riuscito ad organizzarsi ed attivarsi in tempi abbastanza ristretti fornendo a noi alunni vari materiali e compiti per mantenerci al passo con i programmi.

Sin dai primi giorni sono iniziate le video lezioni in diretta e si è creato un continuo dialogo con i professori che si sono resi disponibili nonostante le difficoltà di tutti; d’altronde, come detto prima, questa è una situazione senza precedenti e quindi nuova per tutti ma, mediante le email istituzionali che erano state già attivate dal nostro istituto, è stato per tutti relativamente semplice attivarsi per la didattica a distanza.

Da qui sono scaturite interessanti lezioni che hanno fatto sì che gli studenti potessero effettivamente continuare a lavorare da casa.

Dopo un rapido sondaggio svolto tra le studentesse e gli studenti della nostra scuola siamo giunti ad un’idea quasi comune: il nostro Istituto, nonostante la difficile situazione, sta procedendo nel verso giusto, grazie anche ai fondamentali confronti diretti con i professori i quali hanno ascoltato le nostre richieste e accolto i suggerimenti in modo da restituire lavori più completi e sensati abolendo, ad esempio, file costituiti da molte pagine da studiare da soli, elementi che in realtà a volte portano alla confusione di noi studenti che necessitiamo comunque di una figura guida; è questo il motivo per il quale sono richieste più video lezioni piuttosto che lavori di questo genere.

Le lezioni sulla piattaforma Google Meet sono diventate, ovviamente, una delle poche certezze in questo ambiguo periodo; dato che esse rappresentano la modalità che più si avvicina ad una lezione vera e propria, rappresentano il metodo di apprendimento favorito dalla gran parte degli studenti.

Le differenze con una normale lezione ovviamente sono numerosissime ma le video lezioni permettono uno scambio diretto ed un’interazione continua tra professore e alunno; ciò le rende molto funzionali ed interessanti.

Gran parte dei professori, infatti, si stanno impegnando per fornire materiale di qualità che sia facile da comprendere ed analizzare anche in una seconda fase di studio solitario o con ulteriori chiamate di confronto, certo utilizzare Google Meet non equivale del tutto a stare in aula ma, con l’impegno di tutti, si possono raggiungere livelli elevati.

Questo metodo, tra l’altro, è di facile accessibilità in quanto basta prepararsi con i soliti quaderni con l’aggiunta anche di un semplice smartphone per tenersi in contatto diretto con i docenti, quindi questo metodo è approvato e chissà se, al termine della pandemia, questa metodologia non continuerà ad essere presa in considerazione!

La situazione quindi, in un modo o nell’altro, procede e gli alunni, con l’aiuto dei docenti continuano ad apprendere e non vengono meno ad uno dei diritti fondamentali, quello dello studio!